DA DOMANI APRE AL PUBBLICO
LA MOSTRA
"Guttuso, De Pisis, Fontana...
L'Espressionismo Italiano"
A Vercelli, dall'11 settembre, un'inedita mostra dedicata all'Espressionismo Italiano.
Le magnifiche opere di Guttuso, De Pisis, Fontana e molti altri, realizzate tra il 1920 e il 1945, saranno esposte allo Spazio ARCA (Ex Chiesa di San Marco) per raccontare una storia importante, che parla di libertà, di scelte controcorrente e coraggiose.
La mostra rappresenta anche un'occasione unica per vedere da vicino il dialogo tra grandi Maestri e una giovane voce del contemporaneo. Esposti, infatti, anche lavori inediti dell'artista Norberto Spina, tra cui una preziosa opera prestata dalla Royal Academy di Londra e opere site specific .
Promossa dal Comune di Vercelli e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Iannaccone, e curata da Daniele Fenaroli, la mostra è il primo appuntamento di un progetto pluriennale.
11 settembre 2025 - 11 gennaio 2026
Ex Chiesa di San Marco – Spazio ARCA, Vercelli
Immagini HD uso stampa scaricabili dal seguente link > https://bit.ly/IANNACCONE_VERCELLI
COMUNICATO STAMPA
A partire dall'11 settembre, nell'Ex Chiesa di San Marco – Spazio ARCA a Vercelli, apre al pubblico “Guttuso, De Pisis, Fontana… L'Espressionismo Italiano” , una mostra che riporta al centro dell'attenzione un movimento potente, viscerale, che ha saputo dare voce al turbamento e alla passione del Novecento italiano.
Per la prima volta, un nucleo significativo di opere realizzate tra il 1920 e il 1945 e appartenenti alla sezione storica della Collezione Giuseppe Iannaccone – alcune delle quali mai esposte prima al pubblico – verranno riunite per raccontare un periodo straordinario della storia dell'arte italiana.
L'Espressionismo Italiano, attraverso i suoi esponenti quali Renato Birolli, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Fausto Pirandello, Aligi Sassu, Emilio Vedova e molti altri, ha saputo affermare con forza una visione indipendente, sottraendosi alle imposizioni culturali dominanti scegliendo, attraverso una ricerca personale spesso coraggiosa e controcorrente, di raccontare la fragilità, la solitudine e la tensione esistenziale dell'uomo, anziché aderire ai modelli celebrativi imposti.
Questi artisti hanno costruito una contro-narrazione silenziosa ma potente, fatta di corpi sbilanciati, nature morte inquietanti, città sognanti, figure ai margini e una disarmante quotidianità, lontana dalla retorica imperante.
Tra le opere esposte, ne spiccano alcune realizzate da artisti riconosciuti come i principali esponenti dell'Espressionismo italiano: Nudo in piedi (1939) di Lucio Fontana, Composizione (Siesta Rustica) (1924-1926) di Fausto Pirandello, Il Caffeuccio Veneziano (1942) di Emilio Vedova, I poeti (1935) di Renato Birolli, Lo schermidore (1934) di Angelo Del Bon, Ritratto di Antonino Santangelo (1942) e Ritratto di Mimise (1938) di Renato Guttuso.
Le opere provengono prevalentemente dalla Collezione Iannaccone, una delle più rilevanti collezioni private italiane, raccolte con passione da oltre 30 anni dall'Avvocato Giuseppe Iannaccone, grandissimo amante dell'arte e forte promotore della creatività di artisti, del panorama italiano e internazionale, di ieri e di oggi. Una collezione “romantica”, che ha seguito e inseguito quell'arte che – dopo la grande stagione delle avanguardie – non ha coltivato gli ideali classici ma ideali diversi, incentrati sull'intensità del colore; sulla fantasia, la visionarietà e la soggettività dell'io, sull'espressione dei sentimenti e delle emozioni.
Con il patrocinio della Regione Piemonte, promossa dal Comune di Vercelli, prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Iannaccone e curata da Daniele Fenaroli, la mostra è il primo appuntamento di un progetto espositivo pluriennale grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, della Provincia di Vercelli, di ASM e della Fondazione CRT.
La mostra vede come sponsor tecnico Open Care – Servizi per l'arte.
PRIMO CAPITOLO DEL PROGETTO PLURIENNALE
Il progetto, pensato anche per creare un dialogo tra diverse discipline, è come obiettivo di rivelare come la creatività e l'arte possono arricchirsi attraverso l'interazione tra linguaggi diversi, creando una sinergia tra la storia del luogo, l'arte contemporanea e altre forme di espressione culturale.
In questo contesto, ogni anno si metterà in luce un artista contemporaneo attraverso la relazione con le opere esposte nelle mostre.
Quest'anno l'attenzione sarà rivolta al giovane e talentuoso artista Norberto Spina.
Classe 1995, Spina si forma tra Milano e Londra e la sua poetica si fonda sulla sovrapposizione di memoria personale e collettiva; un lavoro alimentato dalla ricerca di immagini d'archivio, fotografie storiche, momenti di vita quotidiana e iconografie della tradizione popolare italiana che, rielaborati e sovrapposti, si manifestano come frammenti di ricordi.
Saranno esposti alcuni suoi lavori, oltre ad un prestito proveniente dalla Royal Academy di Londra e altre opere inedite e site specific che lo stesso ha realizzato appositamente per questa occasione.
La rilettura storica che ispira le opere di Norberto Spina suggerisce una possibile linea di continuità nel modo in cui l'arte può divenire una fedele, seppur personale, visione della realtà. Se negli anni Trenta gli artisti selezionati si sono sottratti alla monumentalità celebrativa del potere, Spina, da artista contemporaneo, si muove a lato della memoria collettiva, rielaborando figure, gesti, e atmosfere che sembrano emerse da un archivio dimenticato, che risuonano, oggi più che mai, come una potente cassa di risonanza. Le sue opere non illustrano la storia, la attraversano.
Prendere in mano un'immagine del passato e farla rivivere – o semplicemente rievocarla – non è un'operazione neutra, non è sinonimo di nostalgia ma significa, al contrario, tornare consapevolmente a quei momenti che hanno inciso a fondo il nostro immaginario collettivo.
Tra i linguaggi pittorici che si confrontano con la storia come materia viva, si inserisce anche il dialogo tra La battaglia dei tre cavalieri di Aligi Sassu (1941) e l'opera Presente di Norberto Spina (2024), che rielabora un particolare del Sacrario di Redipuglia voluto da Mussolini nel 1938.
Se Sassu, nel pieno del secondo conflitto mondiale e da poco dal carcere, sceglie di evocare il mito per denunciare l'inutilità della guerra attraverso una pittura epica e tragica in cui non traspare, nonostante le pallide vittime, nemmeno un goccio di sangue, Spina, in modo più asciutto e concettuale, isola la parola incisa su pietra per metterla a confronto con il nostro sguardo. L'uno utilizza il corpo dei cavalieri per rappresentare l'assurdità della battaglia e lo smarrimento dell'individuo, la consapevolezza che a morire in quella guerra era lo spirito umano e non i soli corpi; l'altro, con un linguaggio completamente diverso, si concentra sulla monumentalità del potere, che a distanza di decenni continua a porci interrogativi.
Guardare oggi le opere in mostra, accanto a quelle di Norberto Spina, significa non soltanto recuperare una pagina fondamentale della storia dell'arte italiana, ma anche riconoscere quanto quella stagione parli ancora al nostro presente. Non come immagine passata, ma come un linguaggio vivo, capace di dirci ancora molto, e forse più che mai, su libertà, responsabilità e visione.
LA MOSTRA
Cosa accade quando le immagini del passato si confrontano con lo sguardo del presente? Quando l'arte non si limita a raccontare “com'era”, ma interroga il nostro “come siamo”? Questa mostra nasce da un incontro: quello tra il nucleo storico delle opere della Collezione Giuseppe Iannaccone, che custodisce capolavori dell'Espressionismo italiano realizzate tra il 1920 e il 1945, e la ricerca contemporanea di Norberto Spina, artista classe 1995. Un dialogo non illustrativo, ma critico e viscerale, che mette in moto le possibilità più vitali dell'arte: riattivare la memoria, rivelare ciò che è stato conservato, restituire umanità a ciò che la storia ufficiale ha talvolta semplificato o dimenticato.
Le opere qui raccolte non cercano né la celebrazione né il compiacimento. Sono immagini che raccontano fratture, inquietudini, solitudini, dolori: realtà profondamente umane che, allora come oggi, resistono alle semplificazioni ideologiche. Gli artisti dell'Espressionismo italiano, pur appartenendo a scuole diverse e percorsi individuali eterogenei, hanno saputo dar voce a una sensibilità antiretorica, capace di opporsi, con mezzi propri, spesso silenziosi ma incisivi, all'estetica dominante del regime.
Birolli, Guttuso, Fontana, Pirandello, Sassu e molti altri protagonisti di questa stagione artistica hanno scelto l'empatia alla monumentalità, la deformazione all'ordine, l'indagine del sé e dell'altro all'adesione al potere. E proprio in questa tensione si innesta, oggi, la pittura di Norberto Spina: un lavoro che non copia, non cita, ma interpreta. Le sue immagini evocano archivi smarriti, ricordi spezzati, identità fratturate. Rielabora l'eredità visiva degli anni Trenta restituendole complessità, distanza, e soprattutto nuove domande.
Lungo un percorso espositivo che si sviluppa per nuclei tematici, il colore come forma di resistenza, il ritratto come ricerca dell'identità, il presente come soglia inquieta della memoria, il visitatore è invitato a mettere in discussione ogni idea pacificata di storia e di rappresentazione. Perché non è solo questione di ciò che vediamo, ma di come lo guardiamo. E da colomba.
In un tempo che tende a semplificare, questa mostra difende l'ambiguità. In un presente che spesso dimentica, riattiva la memoria. In un contesto che premia la superficie, propone profondità.
Non si tratta dunque di un'esposizione “sulla storia”, ma di una mostra “dentro la storia”: dentro le sue ferite, le sue tensioni, i suoi fantasmi. E soprattutto dentro le sue possibilità di trasformazione. Perché, come ci suggeriscono le opere esposte, la pittura, oggi come ieri, può ancora essere uno strumento critico, un atto etico, una forma di resistenza.
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Ufficio Stampa Arthemisia
Salvatore Macaluso |
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Concerti Risòff 11-14 settembre
RADICI
Storia, musica e cultura a Vercelli
Sabato 13 settembre 2025 – ore 21
Chiesa di S. Cristoforo | Via S. Cristoforo, 5 – Vercelli
Guido Rimonda violino
Orchestra Camerata Ducale
Giovedì 11 settembre 2025 – ore 17
Viotti Club | Via G. Ferraris, 14 – Vercelli
Viviana Casula pianoforte
Venerdì 12 settembre 2025 – ore 17
Viotti Club | Via G. Ferraris, 14 – Vercelli
Tosca Ghiani pianoforte
Venerdì 12 settembre 2025 – ore 21
Viotti Club | Via G. Ferraris, 14 – Vercelli
Alberto Bongiovanni violino
Matteo Decarolis chitarra
Sabato 13 settembre 2025 – ore 17
Viotti Club | Via G. Ferraris, 14 – Vercelli
Giulia Pollice soprano
Antonio Matarazzo pianoforte
Domenica 14 settembre 2025 – ore 17
Viotti Club | Via G. Ferraris, 14 – Vercelli
Emma Guercio pianoforte
PER RISÒFF SEI CONCERTI SPECIALI IN APPENA QUATTRO GIORNI
Dal 12 al 14 settembre, Vercelli vivrà un fine settimana straordinario: la città sarà infatti teatro di Risò, il
Festival Internazionale del Riso. Un evento, o meglio una lunga serie di eventi, che porteranno a Vercelli
ospiti di grande fama e metteranno il visitatore al centro di incontri, conferenze, esperienze sempre di altissimo
livello.
È naturale che un evento quale Risò coinvolga la città in tutti i suoi aspetti, dunque anche dal punto di vista
musicale, uno dei fiori all'occhiello dell'offerta culturale vercellese. E per questa grande occasione, il Viotti
Festival ha deciso di inserirsi nel ricco calendario di eventi collaterali, denominato Risòff, e di farlo
proponendo non uno, ma ben 6 concerti speciali concentrati in appena 4 giorni. Una “full immersion”
musicale che affiancherà i migliori giovani talenti della scena concertistica a una presenza prestigiosa quale
quella di Guido Rimonda, direttore musicale del Viotti Festival, che si esibirà insieme all’Orchestra Camerata
Ducale in una cornice d'eccezione quale la magnifica Chiesa di S. Cristoforo.
Gli altri concerti, invece, andranno in scena nel Viotti Club di via G. Ferraris 14, spazio che per l'occasione
ha posticipato alla seconda metà di settembre gli importanti lavori strutturali che lo renderanno un centro
d'avanguardia per la fruizione musicale e la produzione audio e video.
Ma andiamo per ordine. Ad aprire questa “mini-rassegna” saranno due recital pianistici affidati a talentuose
quanto giovani soliste. La prima ad esibirsi, giovedì 11 alle ore 17 al Viotti Club, sarà la torinese Viviana
Casula, con un programma di grande intensità e bellezza incentrato su opere di Rameau, Beethoven, Chopin,
Satie, Ravel e Debussy. Un solo giorno di attesa e venerdì 12 settembre, sempre al Viotti Club alle ore 17,
sarà protagonista una musicista eclettica e sensibile come Tosca Ghiani, la quale eseguirà in questa occasione
pagine firmate da tre numi tutelari del repertorio pianistico quali Mozart, Schumann e Prokofiev.
Sempre venerdì 12 al Viotti Club, però alle ore 21, andrà in scena un duo d'eccezione, formato dal violinista
Alberto Bongiovanni e dal chitarrista Matteo Decarolis. Entrambi piemontesi, non ancora ventenni e dotati
di un talento assolutamente fuori dal comune, offriranno al pubblico un concerto di grande fascino e
originalità, comprendente opere di Machado, Paganini e Piazzolla.
Il giorno successivo, sabato 13 settembre, il pomeriggio al Viotti Club sarà dedicato a un concerto di grande
presa sullo spettatore: sarà infatti protagonista il giovane e brillante soprano Giulia Pollice accompagnata da
un pianista di grande esperienza quale Antonio Matarazzo. In programma uno splendido viaggio tra stili,
autori ed epoche che consentirà di apprezzare brani di Tosti, Pinsuti, Manfroce, Cardillo, Falvo, Ponchielli,
Respighi, Liszt.
In serata, l'evento clou: alle ore 21, nella splendida Chiesa di S. Cristoforo, uno dei più importanti violinisti
italiani, ovvero Guido Rimonda, si esibirà insieme al “suo” Camerata Ducale Ensemble in un concerto che
sarà una vera summa delle possibilità espressive del violino, rese attraverso quattro grandissimi autori italiani:
Vivaldi, Tartini, Viotti e Paganini. Ricordiamo che per questo concerto l'ingresso è assolutamente gratuito
e non si effettuano prenotazioni.
Ed eccoci al gran finale. Domenica 14 settembre, al Viotti Club alle ore 17, il compito di dare l'arrivederci
alla prossima edizione di Risò sarà affidato a uno dei migliori giovani – in questo caso, giovanissimi – talenti
dell'attuale scena concertistica: la diciassettenne pianista Emma Guercio, già
ben nota al pubblico del Viotti Club, dove si è esibita in diverse occasioni. In questo concerto, Emma Guercio
mostrerà appieno le sue eccelse doti interpretative eseguendo pagine di Haydn, Chopin, Liszt, Debussy e
Adès.
Precisando che per approfondire i programmi dei concerti e le bio dei protagonisti si può consultare il sito
viottifestival.it, ricordiamo che gli appuntamenti al Viotti Club prevedono un ingresso unico di 5 €, mentre
il concerto nella Chiesa di S. Cristoforo è ad ingresso gratuito.
Per informazioni ci si può presentare al
Viotti Club in Via G. Ferraris, 14 a Vercelli, scrivere a
Inizia l'ultima fase del corso di formazione per volontari diocesani promosso dall'Associazione Culturale Diocesana e dall'Ufficio Beni Culturali dell'Arcidiocesi per il 2025. Il primo appuntamento l'11 settembre con la visita guidata al Museo Leone, alle ore 15.30.
Il corso 2025, aperto non solo ai volontari ma a tutti gli interessati, è focalizzato sulle tematiche promosse dalla CEI: la Sindone e il Giubileo sotto tutti i loro aspetti religiosi, storici e culturali. Anche l'ultima tranche di visite, nei luoghi di conservazione del patrimonio vercellese, ruoteranno intorno a questi due temi. Dopo il Museo Leone, il 18 settembre sarà invece il Museo del Tesoro del Duomo ad essere oggetto di approfondimento, sempre alle ore 15.30, alla scoperta della mostra temporanea Nel tuo nome. L’arte parla di comunità ospitata presso l’ex chiesa di San Vittore e il Palazzo Arcivescovile. I temi trattati saranno poi approfonditi la settimana successiva, il 25 settembre, con un secondo appuntamento con la Fondazione MTD alla scoperta del patrimonio dell'Archivio Capitolare e della Biblioteca Capitolare, alle ore 15.30.
Il corso si concluderà in ottobre, il 9 alle ore 16.00, con la visita guidata del Museo Archeologico della Città di Vercelli e il 24 ottobre, alle ore 17, con uno speciale evento di chiusura dal titolo Pellegrini di speranza che si terrà in Biblioteca Capitolare e a seguire presso la Biblioteca Diocesana Agnesiana. L’ultimo evento, incluso anche nel programma del SiBEP – Sistema delle Biblioteche ecclesiastiche Piemontesi, permetterà ai partecipanti di scoprire documenti e testimonianze inedite del passato legate a tutti i temi trattati dal corso per i volontari diocesani.
Le visite del corso volontari sono gratuiti e aperti al pubblico, senza obbligo di prenotazione o di prestare in seguito servizio. Ciò che l'Associazione Culturale Diocesana e l'Arcidiocesi vogliono proporre annualmente è infatti un approfondimento della storia di Vercelli e non solo, con temi di ampio respiro capaci di creare compartecipazione culturale e aprire dialoghi con gli enti del territorio. Le iniziative sono supportate dalla Conferenza Episcopale Italiana e condivise con le diocesi del territorio nazionale.
Per informazioni ulteriori informazioni e chiarimenti è possibile scrivere alla mail:
Torino 2 settembre 2025
NOTIZIE PER LA STAMPA
Tornano le “Giallocomiche” del commissario Agenore Pautasso: mistero e risate nella stagione teatrale 2025/26.
Pronti a ridere…indagando? Il commissario Pautasso sta per tornare e assicura di farvi passare una stagione teatrale 2025/26 ricca di mistero, risate e colpi di scena. Dopo il successo degli anni passati, il personaggio creato e interpretato da Valter Carignano si prepara ancora una volta a conquistare il pubblico con le sue inimitabili “Giallocomiche”. Tutto questo a confermare un appuntamento ormai “cult” nel panorama teatrale piemontese e non solo. Un mix esplosivo di giallo e comicità, dove indagini improbabili, situazioni paradossali e battute irresistibili diventano lo spettacolo perfetto per tutta la famiglia. Un commissario tanto pasticcione quanto geniale, capace di trasformare ogni crimine in un’occasione per sorridere e al tempo stesso riflettere. Le “Giallocomiche” si sono imposte come format originale e molto apprezzato: intreccio tra le atmosfere del giallo e l’irresistibile leggerezza della comicità, capace di divertire e sorprendere spettatori di ogni età. Indagini e situazioni paradossali, battute fulminanti fanno da cornice alle avventure di un commissario che trasforma ogni crimine in occasione di risate. La nuova stagione porterà in scena casi sempre più intricati, personaggi stravaganti e sorprese tutte da scoprire, per un appuntamento che si conferma tra i più attesi tra i cartelloni. Valter Carignano – autore e interprete – porta avanti una formula che mescola la tradizione piemontese con il teatro brillante senza tralasciare la satira di costume, dando vita a un linguaggio immediato e coinvolgente. La nuova stagione presenta casi ancora più intricati, colpi di scena inattesi e una galleria di personaggi bizzarri, in grado di rendere ogni appuntamento unico e quasi memorabile. Le “Giallocomiche” non sono solo spettacoli: sono un vero fenomeno che ha creato una community di appassionati, pronti a ridere insieme a Pautasso e alle sue strampalate – ma sempre originali – indagini. Il calendario completo sarà svelato prossimamente, una cosa, però, è già certezza: anche in questa stagione il Commissario farà ridere…investigando. Il primo appuntamento sarà domenica 5 ottobre al teatro dell’Educatorio della Provvidenza di via Trento 13 a Torino con la commedia “la Bagna Cauda Avvelenata”. La stagione delle “Giallocomiche” si concluderà nel mese di giugno 2025. Il “mistero” vi aspetta, le risate sono garantite, il sipario sta per alzarsi, non resta che segnare le date e prepararsi a “indagare”
Staff Comunicazione Valter Carignano
3334309709
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In occasione di Risò - Festival del riso che si svolgerà il 12-13-14 settembre 2025, sono molti gli eventi organizzati a Vercelli e sul territorio. Risò è un progetto curato dalla Provincia di Vercelli, dal Comune di Vercelli e dall’Ente Nazionale Risi e il programma è fitto di iniziative di grande spessore scientifico, culturale ed enogastronomico.
Il Festival coinvolgerà anche il territorio con tour tematici, che partiranno da Vercelli e Torino per portare i visitatori a scoprire i luoghi del riso. Tra questi tappa d’eccezione è Pobietto, incluso tra i luoghi del tour delle Grange, una vera e propria culla del riso dalla tradizione secolare. Pobietto si articola infatti in un complesso di edifici il cui nucleo più antico risale al XII secolo. Oggi le strutture sono in parte dedicate all’uso agricolo ed in parte alla valorizzazione della storia del sito e del territorio, dall’età del Bronzo fino alle mondine. Parte del complesso è declinato anche in polo religioso con la presenza della chiesa dedicata a San Nicola e legata all’ospedale di Sant’Andrea di Vercelli. Per Risò, grazie alla collaborazione con l’Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese, il comune di Morano Po e la famiglia Canepa le delegazioni FAI di Vercelli e Casale Monferrato, accompagneranno i visitatori alla scoperta della Grangia di Pobietto, collocandosi tra le proposte del circuito RisOFF-Eventi fuori festival.
L’appuntamento è fissato per sabato 13 e domenica 14 settembre dalle ore 11 alle ore 18 e, oltre alle visite del FAI, le giornate saranno arricchite da mostre ed esposizioni tematiche, stand enogastronomici e approfondimenti sul Parco del Po e sulla natura, con laboratorio dell' Università del Piemonte Orientale. A conclusione del pomeriggio di sabato ci sarà l'appuntamento del Monfrà jazz fest, mentre a concludere la giornata di domenica sarà la conferenza di Dionigi Roggero, esperto di storia locale e socio FAI, e una chicca finale a cura degli allievi dell'istituto alberghiero Ronco di Trino.
Durante le giornate sarà possibile donare alla raccolta fondi del Fondo Ambiente Italiano che da 50 anni, festeggiati quest’anno, non solo si prende cura del patrimonio artistico, storico e paesaggistico comune, ma anche delle tradizioni, del folklore e dei tesori demoetnoantropologici italiani. Chi lo desidera potrà inoltre rinnovare la tessera oppure iscriversi al FAI.
Per maggiori informazioni sono a disposizione le email delle delegazioni coinvolte:
Saint Barthelemy(Ao) 25 agosto 2025
A Praz – frazione di Saint Barthelemy(Ao) - sabato 13 settembre la montagna diventa poesia: nasce il percorso “Praz, Poesie di Montagna”.
Nel cuore della Valle di Saint Barthélemy, a 1.750 metri di altitudine, il borgo di Praz (Vėpró) si trasforma in un museo a cielo aperto dove natura e poesia si incontrano. L’iniziativa - ideata dal poeta Alberto Dassisti - che in Praz ha scelto la sua casa e rifugio creativo, porta i suoi versi lungo le stradine del paese, in un itinerario capace di coniugare arte, paesaggio e introspezione. Una giornata insolita e surreale attende Praz, che negli ultimi mesi è diventato palcoscenico naturale di poesia e creatività. In occasione della storica rassegna degli alpeggi, il poeta Alberto Dassisti guiderà i partecipanti in un percorso unico tra arte e tradizione, dando voce ai suoi testi di fronte a un’ospite d’eccezione: la “Regina”, celebre vacca in vetroresina che troneggia sopra il paese. Ogni tappa del percorso è un invito a lasciarsi guidare dalle parole e dagli scorci mozzafiato che si aprono sulle montagne. Temi come la solitudine, la bellezza e la potenza della natura alpina emergono nei testi, offrendo al visitatore un’esperienza poetica unica. Un incontro singolare: unisce parole, sogni e muggiti, trasformando il rito collettivo della montagna in un’esperienza culturale capace di mescolare ironia e profondità. La lettura dei versi diventa così parte di un viaggio sensoriale, in cui poesia e ambiente alpino dialogano in modo nuovo, sorprendendo e al tempo stesso coinvolgendo il pubblico. La giornata sarà arricchita da un laboratorio creativo poetico, pensato per chi vorrà sperimentare la scrittura come gesto libero e condiviso. Ma il progetto “Praz: Poesie di Montagna” non si limita all’esposizione: è un invito aperto a tutti. Chiunque passi per Praz potrà fermarsi, raccogliere l’ispirazione e scrivere la propria poesia, lasciando un segno personale che entrerà a far parte di un cammino collettivo. Le opere composte dai visitatori verranno infatti esposte lungo il percorso, arricchendo la visione poetica del borgo e rafforzando il legame tra comunità, scrittura e natura. Ogni partecipante potrà esplorare le proprie emozioni e trasformarle in parole, in un clima che alterna leggerezza, riflessione e gioco. “Leggere poesie davanti alla Regina – spiega Dassisti – significa restituire alla montagna la sua voce più autentica, unendo tradizione e immaginazione. È un invito a vivere la cultura come esperienza viva, capace di far sorridere e di far pensare”. Un appuntamento che celebra l’identità alpina in chiave poetica, trasformando la frazione Praz in uno spazio di incontro tra comunità, creatività e natura. Iniziativa che fonde cultura, territorio e partecipazione, destinata a trasformare Praz in un punto di riferimento per gli amanti della poesia e della montagna. Il percorso poetico è aperto a tutti, liberamente visitabile. L’appuntamento è dunque per sabato 13 settembre dalle 11 fino al tardo pomeriggio. Tutti gli eventi sono gratuiti e maggiori informazioni sulla scaletta degli eventi si possono avere al numero 3356012847. La prenotazione è obbligatoria.
Staff Comunicazione Alberto Dassisti
3334309709
Via Laviny 67, Vercelli
tel. 0161 649354
379 101 5881
Via Laviny 67, Vercelli
tel. 0161 649354
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